Barboni spadroneggiano in centro a Milano. La decadenza del capoluogo lombardo, funerale della civiltà

Barboni a Milano - Funerale della civiltà

Alcuni clochard o senzatetto o barboni – chiamateli un po’ come volete – hanno preso di mira il centro di Milano, in particolare una riproduzione del Cavallo di Leonardo Da Vinci, posizionata in occasione del cinquecentenario della morte del pittore, scultore, architetto, inventore. Gli uomini, postisi alle spalle della Madonnina, più precisamente in Galleria del Corso, si sono accampati, bivaccando in una delle zone più prestigiose della città. Avvocati, banchieri, docenti, commercialisti, architetti, che da sempre si danno appuntamento in zona, ieri l’altro, hanno dovuto lasciare spazio al barbonismo.
E se i lettori più magnanimi stanno ancora cercando scusanti per questi individui poverelli e sventurati, ecco qualche piccolo dettaglio che li farà ricredere: i barboni non soltanto sono stati fonte di degrado, provocato dalla loro presenza, ma sono autori di una pozza dorata, ovviamente pipì, che con tanto impegno hanno ricreato in prossimità della riproduzione artistica. Prima l’acqua, poi le fiamme. Con gli “estintori” scarichi, forse non sapendo più come ammazzare il tempo, hanno pensato bene di dar fuoco ai materassi compresi nell’opera d’arte.
Si vocifera che dopo che abbiano appiccato il falò, i barboni siano stati richiamati all’ordine dagli agenti della municipale e allontanati. Riscontro, di quest’ultimo avvenimento, non ne abbiamo, benché sia più che ipotizzabile l’intervento di qualche figura rispettabile e con sale in zucca. Altrimenti i materassi bruciati sarebbero ben più di due o tre.
Una pila degli stessi in bella vista su suolo pubblico e un’opera d’arte deturpata sono il segnale lampante della deriva della nostra società. Il funerale della civiltà.