La bara non entra nel loculo? Viene segata durante il funerale

imageVi mostriamo, grazie a un articolo del giornale “Veneziatoday”, come certe imprese funebri a ogni problema trovano una soluzione.

“La bara non entra nel loculo? Nessun problema, viene segata durante il funerale. L’episodio sarebbe capitato sabato pomeriggio al cimitero di Martellago lasciando a bocca aperte i familiari del defunto, un 61enne del posto. In paese la voce si è diffusa molto rapidamente e ora la famiglia intende procedere per vie legali, denunciando un’azione definita “incresciosa”. Come riporta Il Gazzettino, al momento della sepoltura il custode del cimitero e il titolare dell’impresa funebre si sono resi conto che la bara non entrava nel loculo. Che fare, dunque?

“Hanno scelto di tagliare con la sega, il martello e lo scalpello i due angoli della bara dalla parte dov’era adagiata la testa di mio marito. Una cosa allucinante” sarebbe la pesante accusa della moglie del defunto. I famigliari puntano il dito contro l’impresa funebre, sottolineando che chi fa questo lavoro dovrebbe conoscere alla perfezione la compatibilità tra ogni tipo di bara e ogni tipo di loculo.

Il titolare dell’impresa funebre ha confermato l’errore di segare la bara in pubblico, sminuendo però il tutto e spiegando che si trattava solamente di due centimetri di bara rifilata. Alla famiglia non interessa, per loro si tratta comunque di un gesto oltraggioso, senza alcun rispetto”.



ANZIANO MORTO “DIMENTICATO” DUE GIORNI IN CAMERA ARDENTE

Funerale Laico
Riportiamo una notizia curiosa pubblicata sul giornale “LEGGO”, lasciamo a voi ogni commento:

“FAVARO VENETO – Niente funerale perché si sono “dimenticati” di chiamare il medico legale. È successo la  scorsa settimana agli Anni Azzurri di Favaro, dove una famiglia ha dovuto attendere giorni per poter dar seguito  alle esequie del proprio caro. Sulla vicenda, la direzione di Anni Azzurri ha già avviato un’indagine interna.
A raccontare l’accaduto è la figlia dell’anziano deceduto, la dottoressa Simona Grano, la quale, in una lettera  inviata alla direzione della struttura (e al Gazzettino), descrive l’accaduto. «A 48 ore dalla morte, scopro che vi  siete persino dimenticati di avvertire il medico legale e che pertanto non è ancora stato redatto alcun certificato di morte! Dunque, non possiamo ancora né organizzare l’estremo saluto a mio padre, né avviare le pratiche burocratiche che debbono essere urgentemente espletate in questi casi».”



Milano: Polemica Taxi Uber: ma chi parla sa cosa dice?

Consideriamo opportuno spendere qualche parola per commentare la polemica taxi – Uber. Cosa c’entra OUTLET DEL FUNERALE con tale querelle? Semplice:  ODF, come i tassisti, si occupa di trasporti (l’ultimo trasporto!) mentre , come Uber , si pone come azienda altamente innovativa. Premettendo che sicuramente la categoria dei tassisti  ha bisogno di un impulso di innovazione e di uno svecchiamento (il fatto che Uber utilizzi una applicazione sugli smartphone mentre i tassisti non abbiano più nemmeno le colonnine nei parcheggi già la dice lunga ……..) che consenta di abbandonare le vecchie logiche corporative e che se se c’è una azienda che è a favore dell’innovazione ed è anticonformista questa è ODF, non si può comunque non ricordare che innovazione non vuole dire giunglizzazione! Ovvero anche se quello che viene creato con l’innovazione può essere utile, bisogna sempre però ricordarsi che l’innovazione deve muoversi all’interno della legalità; la legge, giusta o sbagliata che sia, va rispettata in quanto non è dato al singolo il diritto di arrogarsi e giudicare sbagliata una legge. Se una legge c’è questa deve essere rispettata; se si reputa che sia una legge ingiusta bisognerà adoperarsi per modificarla ma, ….. non si può non applicarla arrogandosi il diritto di dire che è sbagliata (per proprio tornaconto poi …). Ha lasciato molto perplessi l’affermazione fatta da un responsabile di Uber il quale ha dichiarato in televisione che “se un autista carica una persona per andare  da Milano a Malpensa e lì trova un’altra persona che vuole tornare a Milano, perchè non dovrebbe poterla caricarla subito? E’ illogico che la legge dica che deve tornare in autorimessa ……. !” Conclusione di un simil pensiero: una legge che si giudica illogica non va rispettata. In tutto questo l’unica cosa illogica è che si permetta a certe persone di ricoprire certi ruoli aziendali, in quanto chi parla dovrebbe avere un bagaglio culturale tale da comprendere le conclusioni del proprio ragionamento …………; c’è una legge che vieta di rubare ……. ma io non ho nulla da mangiare: quindi è illogico che mi venga proibito di prendere a gratis del cibo al supermercato; devo comprare una medicina …… è illogico che debba andare da un medico a farmela prescrivere:  so già io cosa prendere; ho perso il lavoro …… è illogico che non possa mettermi con una bancarella sulla strada per vendere sigarette o merce contraffatta per poter vivere…..;   Morale: se ognuno potesse non applicare una legge solo perchè la ritiene illogica o sbagliata si finirebbe nell’anarchia più che assoluta e giungerebbe al tramonto la società così come è stata concepita sino ad oggi. Può essere che Uber possa fornire un servizio più efficiente, migliore, innovativo, meglio organizzato dei taxi (a dir la verità non è che sia particolarmente difficile….);  non è tuttavia questo il problema!!! Si tratta di stabilire se l’innovazione rispetta le attuali leggi vigenti (cosa che non pare almeno per quanto attiene alle attuali modalità di svolgimento). Desta perplessità il fatto che persone siano favorevoli ad Uber solo perchè lo trovino comodo ed efficiente, senza preoccuparsi del fatto se sia legale o no (sicuramente sono gli stessi che comprano i prodotti contraffatti sulle bancarelle perchè è comodo ed utile…..). Cara Italia, che fine farai se prevale il concetto individualista nei tuoi cittadini: mi serve, è utile, va bene ………. LO COMPRO! Se poi la legge dice un’altra cosa …….. BEH è illogica perchè non fa i miei interessi!



Sesto San Giovanni: Infiamma la polemica sul funerale convenzionato

 Riportiamo quanto pubblicato da NordMilano24.it e tralasciamo ogni commento:

“Il caro estinto fa discutere la politica sestese. Forza Italia denuncia che a Sesto San Giovanni i funerali in formula convenzionata con il Comune hanno un costo fino a oltre 2 volte superiore rispetto all’equivalente praticato a Milano.

Pubblichiamo il comunicato stampa diffuso dal gruppo di Forza Italia. E invitiamo l’amministrazione comunale a rispondere.

“I funerali sono sempre stati un business, e chi paga per salutare per l’ultima volta il proprio caro lo sa bene. Purtroppo. Oltre al dolore, quindi, anche l’esborso di denaro che può essere proibitivo per le persone meno abbienti.  Proprio per venire incontro a questa categoria di persone, i Comuni applicano una convenzione in cui i prezzi sono concordati con le imprese, affinché chiunque, o quasi, possa celebrare l’addio al caro estinto in maniera dignitosa. Ma c’è l’eccezione: Sesto San Giovanni. Stranamente, a seguito di 2058 decessi negli ultimi tre anni, non risulta alcuna richiesta protocollata all’Ufficio di Stato civile riguardo i funerali in convenzione. Le imprese locali però applicano la convenzione ma il prezzo è ben due volte e mezzo superiore a quello di Milano. Una “dimenticanza” da parte del Comune che fa pensare male, come dichiara lo stesso Di Stefano: “Non è concepibile che a Milano il prezzo per celebrare un funerale convenzionato è di 1.054 Euro, mentre a Sesto, per il medesimo trattamento, il prezzo è addirittura di 2.500.
Sembra sul territorio sestese esista una sorta di lobby locale e politica che fino ad oggi abbia speculato sui familiari dei deceduti che sono sempre stati costretti a pagare prezzi secondo listino, quindi molto più alti, rispetto a quelli dichiarati dal mercato”.
Il sindaco Pd, Monica Chittò, e la sua giunta tacciono ma sembrachiaro che una convenzione pubblica, che non ha finalità di profitto ma solo quella di fornire prezzi inferiori a quei soggetti che non si possono permettere di esborsare denaro per un funerale tradizionale, a Sesto non venga affatto applicata.  La denuncia di Forza Italia, che sempre con Di Stefano ha presentato una interrogazione al sindaco, è destinata a creare non pochi grattacapi ad una Amministrazione che appare sempre più ostaggio di logiche di potere pagate a caro prezzo dai cittadini”.


Sesto San Giovanni: la dedica sulla lapide sconta l’imposta sulla pubblicità !

Sembra incredibile ma nel Comune di Sesto San Giovanni alle porte di Milano per far incidere la dedica sulla lapide del proprio caro estinto occorre pagare due euro a lettera!  Ad una cittadina sestese recentemente sono stati infatti chiesti 600 euro, altrimenti il Comune non avrebbe autorizzato la posa della lapide con la dedica. In pratica la dedica è paragonata ad un messaggio commerciale che, come tale, deve pagare la tassa (sulla pubblicità?). Inutile commentare oltre. Dopo i funerali comunali calmierati – che a Sesto San Giovanni vengono offerti in convenzione con il Comune a SOLI euro 2.446,00 quando altre imprese (libere) li offrono a euro 1.499,00 – un’altra bella figura ………