Nel momento delicato della perdita di una persona cara, le famiglie si affidano ai professionisti del settore funebre per gestire tutte le pratiche burocratiche necessarie. Tra questi documenti rientrano gli atti di decesso, rilasciati dall’ospedale e indispensabili per l’espletamento delle formalità amministrative. Tuttavia, in diverse strutture ospedaliere si sta verificando una prassi discutibile che solleva serie preoccupazioni in merito alla privacy e alla riservatezza dei dati sensibili dei defunti.
Documenti di decesso: chi deve gestirli?
Gli atti di decesso sono documenti ufficiali compilati dal personale medico dell’ospedale e dovrebbero essere consegnati ai funzionari delle imprese funebri in una busta chiusa e sigillata. Questo per garantire che le informazioni private del defunto restino protette e che solo gli uffici comunali, preposti alla registrazione dell’evento, possano accedere ai dati contenuti nei documenti.
Tuttavia, la realtà dei fatti è ben diversa: in molti ospedali questi documenti vengono consegnati agli operatori funebri in buste aperte, con l’esplicita richiesta di verificare i dati anagrafici del defunto prima di trasmetterli al Comune. Una forma di comodità – se così vogliamo definirla – da parte del personale che però sarebbe totalmente scorretta…
Una pratica scorretta e a rischio privacy circa gli atti di decesso
Questa procedura, oltre a risultare impropria, solleva un grave problema di tutela della privacy. Secondo la normativa vigente in materia di protezione dei dati personali, le informazioni sanitarie e anagrafiche di una persona deceduta restano comunque riservate e devono essere trattate con la massima sicurezza.
L’idea che un operatore funebre, che non è un medico né un funzionario pubblico, debba controllare la correttezza di un documento medico (di un atto di morte) è inaccettabile sia dal punto di vista etico che normativo. La responsabilità della correttezza dei dati spetta esclusivamente all’ospedale, che dovrebbe assicurarsi della loro esattezza prima della consegna.
Una prassi da rivedere urgentemente
Chiedere agli operatori funebri di controllare i documenti di decesso significa esporre informazioni personali a soggetti che non dovrebbero averne accesso, aumentando il rischio di errori, smarrimenti o addirittura di usi impropri.
Le istituzioni sanitarie e gli enti preposti dovrebbero garantire che i documenti di decesso vengano consegnati esclusivamente in buste chiuse e sigillate, nel rispetto della privacy e della dignità del caro estinto.
Atti di decesso, un suggerimento per il futuro
Durante la pandemia (Covid-19), per evitare il contatto tra persone, i documenti di decesso si inviavano via pec logicamente. Perché non hanno continuato su questa strada? Suggeriamo questa soluzione per il futuro, così da risparmiare carta, tempo nel traffico per i lavoratori, inquinamento per l’ambiente.
Per qualsiasi segnalazione su situazioni funebri atipiche o che paiono “strane”, contattateci.