Tassa sui defunti, cosa potrebbe cambiare? OdF vi illustra i possibili scenari.

La domanda è molto interessante e la risposta è molto più complessa di quello che si possa pensare in quanto coinvolge fattori macroeconomici che al primo impatto sicuramente sfuggono.

Parto già con la conclusione del ragionamento, perché abbastanza lungo e complesso, e non so se avrà il tempo e la voglia di leggere tutto: se introducessero l’Iva al 10% sui funerali e sui trasporti funebri come azienda stapperemo bottiglie di champagne.

Nel dettaglio, innanzitutto bisognerebbe fare distinzione tra funerali e trasporti funebri che, nell’accezione comune si confondono: il funerale è il servizio che un’agenzia di pompe funebri presta a un consumatore finale; il trasporto funebre è un servizio di trasporto del defunto che una impresa funebre (il cosiddetto centro di servizi funebri) presta a un’agenzia funebre per poter svolgere il funerale.

In Italia il 90% delle imprese funebri in realtà sono “agenzie”, ovvero non sono dotate di mezzi e personale per svolgere il funerale ma si avvalgono di fornitori esterni che hanno i carri funebri e il personale (è un sub-appalto).

Attualmente entrambe le prestazioni “funerale” e “trasporto funebre”sono esenti Iva (di fatto tutti fatturano tutto esente Iva anche quando non dovrebbero…).

Il vantaggio (o lo svantaggio) derivante dalla introduzione dell’imponibilità Iva dipende dalla struttura dei costi dell’azienda, dalle sue politiche e dal suo posizionamento nel mercato.

Va ricordato che l’Iva indetraibile è un costo deducibile che vale circa il 6/7%.

L’invarianza finanziaria Iva si ha quando il 45,45% dei costi dell’azienda è soggetto a Iva 22%; a tale invarianza va aggiunto un 6/7% derivante dalla perdita di deducibilità dell’Iva.

L’invarianza “Iva si”/ “Iva no” per una società è quindi a circa il 52% dei costi sul fatturato. (45,45+6,55%).

In tale caso l’introduzione dell’Iva sulle vendite al 10% è perfettamente controbilanciata dalla detraibilità dell’Iva al 22% sugli acquisti.

In tale situazione la società può tenere i prezzi invariati e assorbire Lei stessa l’effetto dell’Iva 10% sulle vendite.

Per una società come Outlet del funerale che investe circa il 40% del proprio fatturato in pubblicità innovazione, nuovi beni strumentali e nuovi prodotti (Iva su acquisti 22%) è evidente che la detraibilità dell’Iva comporterebbe di fatto un vantaggio (a prezzi finali invariati).

In pratica sarebbe possibile mantenere lo stesso prezzo per il consumatore finale assorbendo integralmente l’incremento dell’Iva sulle vendite dei propri prodotti con il risparmio derivante dalla detraibilità dell’Iva.

Nella struttura dei costi di Outlet del Funerale se si sommano al 40% dei costi sopra visti gli altri “costi operativi” (acquisto dei beni e dei servizi quali cofani funebri, materiale vario, carburante, costi telefonici, consulenze,…..) si supera abbondantemente il 60% dei costi sul fatturato.

Diverso è il caso della “classica” impresa di pompe funebri in quanto, va ricordato, che il mercato delle pompe funebri in Italia è molto frammentato, investe pochissimo (non ne ha bisogno …… i funerali di Adamo ed Eva probabilmente sono stati fatti con lo stesso prodotto…).

Se si analizza la struttura dei costi di una classica impresa di pompe funebri si viene a comprendere come (non considerando una quota parte importante di fatturato – circa il 50% – che viene sottratta a imposizione non dichiarandola) la percentuale di costi sia ampiamente al di sotto del 50%.

Diversamente da quanto si possa pensare il costo per l’acquisto di materiale (cofani, zinchi imbottiture, una cinerarie e quant’altro possa attenere ad un funerale) incide per un 10/15% del fatturato; il 20/25% del fatturato attiene a costi per i trasporti funebri e la restante parte è generalmente coperta da affitti di immobili (spesso oramai operazioni esenti), altri costi generali gran parte dei quali non sono gravati da Iva e da compensi per prestazioni lavorative dei titolari e dei familiari.
La questione “Iva sì” “Iva no” sui funerali non ha pertanto una risposta prettamente economica ma è una questione di politica di sviluppo di un settore che può portare a enormi cambiamenti.

La indetraibilità dell’Iva infatti altro non è – per una nuova ‘impresa che vuole entrare in un mercato con innovazione e nuovi prodotti – che una ulteriore tassazione e quindi costituisce di fatto una barriera all’ingresso per il settore delle onoranze funebri (barriera all’ingresso che vale il 22% quindi quasi un quarto di tutti i costi).

La detraibilità dell’Iva all’interno del settore funebre comporterebbe una maggiore vantaggio per le imprese innovative, che investono in beni strumentali nuovi (un carro funebre dura 20/25 anni ….) a discapito di tutte quelle imprese che attualmente monopolizzano il mercato, investono poco e mantengono una rendita di posizione.

Si tratta di una serie di soggetti nei quali è preponderante il costo del personale (spesso dei titolari o cooperative) e che pertanto dall’introduzione dell’Iva ne avrebbero sicuramente un aggravio.

Discorso a parte merita poi anche la considerazione sul fatto che l’introduzione dell’Iva aumenterebbe l’evasione fiscale in quanto il cliente finale sarebbe interessato a non avere la fattura perché così pagherebbe di meno.

Al di là del fatto che questa è una considerazione che vale per qualsiasi prodotto/servizio venduto e quindi – a quel punto – tanto varrebbe togliere l’Iva …..….., si tratterebbe solo di mettere in pratica un modo “serio” per controllare gli operatori economici del settore.

Il giorno in cui qualcuno volesse effettivamente controllare che cosa sta succedendo, la soluzione sarebbe abbastanza semplice e ci vorrebbero cinque minuti per scoprire le evasioni. Se non viene fatto evidentemente ci sono tutta una serie di motivi che esulano da considerazioni tributarie.

A titolo di esempio basti pensare che, nell’era del boom delle comunicazioni all’anagrafe tributaria, l’unico soggetto che dovrebbe farle per ridurre l’evasione fiscale all’interno del settore funebre ……..non le fa! Questo soggetto è il Comune dove è avvenuto il decesso, Comune che è l’unico che esattamente sa chi ha eseguito il funerale e può comunicare quanti servizi funebri ha effettuato un’impresa (uovo di Colombo?).  

Ma questo è tutto un altro capitolo, come pure quello del recente disegno di legge per la regolamentazione del settore funebre (disegno Vaccari) nel quale la traccia è il Regolamento della Regione Lombardia (il primo in Italia sin dal 2004) solo che invece di migliorarlo dove faceva lacune si è deciso di peggiorarlo dove funzionava!

D’altronde se a scriverlo sono le associazioni di categoria, che politica sanitaria ci si aspetterebbe da Dracula Ministro della Salute?

Non è un caso che le arcaiche federazioni e i loro vetusti rappresentanti NON vogliano l’imponibilità Iva e che anzi spingano per una ulteriore stupidata: l’incremento della detrazione fiscale per i funerali!

Una palese scorciatoia per poi cercare di sostenere ad oltranza il crollo dei prezzi dei funerali che Outlet del Funerale e poche altre aziende stanno creando

Purtroppo anche qui serve un Consumatore maturo….. , in quanto come si fa a pagare un cofano funebre (fatto di legno non pregiato) magari 5/6.000 euro, prezzo al quale viene oramai venduta un’autovettura nuova fiammante? Mah….



Organizzare Funerale: cosa serve

organizzare funerale Milano

Per organizzare un funerale bisogna fare attenzione a quali siano le voci che riguardano i servizi essenziali, ovvero:

1. Cofano funebre o cassa

Si tratta del manufatto in legno che più incide (spesso ingiustificatamente) sul prezzo.

Il cofano funebre deve essere accessoriato a norma di legge. Gli accessori sono differenti a seconda del fatto che il cofano funebre debba poi essere tumulato (posto in un colombaro o in una tomba di famiglia), inumato (posto sotto terra) o cremato.

Generalmente gli accessori sono l’imbottitura, il coltrino biodegradabile, i piedini, le viti, le eventuali maniglie, il telo barriera.

Per le tumulazioni è obbligatorio l’uso anche della cassa in zinco, che viene riposta all’interno della cassa in legno.

Nel caso di cremazione serve un’urna ceneri per contenere i resti della cremazione.

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2. Deposizione del defunto nella cassa e sua chiusura

Prima della deposizione del defunto nella cassa è necessario procedere alla sua vestizione. Molte strutture ospedaliere o case di cura provvedono loro gratuitamente a fornire il servizio di vestizione

3. Fornitura della piastra identificativa del defunto (e del simbolo religioso se richiesto)

Sono incisi il nome e cognome unitamente alla data di nascita e di morte.

4. Carro funebre per il trasporto del feretro

Il trasporto include gli spostamenti dal luogo del decesso al luogo delle onoranze (propria abitazione, chiesa,..) e al luogo di sepoltura/cremazione.

5. Addetti al servizio

Per poter eseguire un funerale sono necessarie quattro persone.

6. Espletamento delle pratiche burocratiche (denuncia di morte e altri adempimenti)

Le principali voci opzionali sono:

1. Coccarda

2. Tavolino, registro firme, cartella lutto

3. Addobbi

4. Manifesti funebri

5. Cofano di fiori da porre sulla cassa, fiori e corone

6. Pullman o carri porta corone

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